|
|
29/02/2012
Per passare, il tempo passa. Ieri avevo diciannove anni e mezzo e ero ancora pieno di dubbi su quale facoltà scegliere perché avrei avuto l’esame di Maturità all’inizio dell’estate. Oggi ho 62 anni e mezzo e mi chiedo cosa farò da grande. Per il momento scrivo Pensieri al vento. Avevo pensato anche di dare due sottotitoli a questa rubrica che poi in pratica è una specie di mio blog personale e senza repliche. per cui, tra titolo e sottotitoli diventerebbe: PENSIERI AL VENTO ovvero Discorsi a pera ovvero Conclusioni sconclusionate A parte, comunque, queste considerazioni sconclusionate e a pera sugli eventuali sottotitoli da aggiungere al titolo, la frase “Per passare, il tempo passa”, la completavo, molti anni fa, in questo modo: Per passare, il tempo passa. L’importante è passarlo pedalando! Infatti a quei tempi se non ero in bicicletta, ero in camera sulla cyclette. E se non ero sulla cyclette, stavo guardando una corsa di ciclismo in TV. Oppure (molto più probabilmente) stavo guardando una corsa di ciclismo in TV pedalando sulla cyclette da camera. Ma fino a qualche anno fa il tempo mi passava bene. Mi piaceva l’autunno e mi piaceva l’inverno. Poi tutto ha cominciato a cambiare, a partire dalla mia mente. In pratica è ciò che ho descritto nel pezzo intitolato Metamorfosi, a cui forse dovrei aggiungere, come sottotitolo, Demenza senile. Insomma, la mia metamorfosi mentale consiste nel sentirmi sempre più intollerante verso certi luoghi, persone e stagioni. Lasciamo perdere, almeno per questa volta, i luoghi e le persone e insistiamo con le stagioni, come avevo già accennato nel brano Rifioriranno le Ortensie. Amavo la pioggia, e non la sopporto più (tranne che gli acquazzoni estivi e qualche salubre temporale di primavera). Adoravo le foglie gialle dell’autunno e il freddo vivificante dell’inverno. Adesso odio tutto ciò. Tuttavia, la primavera è vicina, sempre più vicina. Ed è sempre più vicino il momento in cui rifioriranno le Ortensie. E dunque: obdura, Catulle! |